Il mondo si sta rovesciando


Emendamento alla finanziaria che da facoltà alle Regioni di procedere alla soppressione dei Consorzi di Bonifica con il conseguente trasferimento delle competenze e del potere impositivo alle Province

E’ stato presentato un emendamento alla finanziaria che da facoltà alle Regioni di procedere alla soppressione dei Consorzi di Bonifica con il conseguente trasferimento delle competenze e del potere impositivo alle Province. E, incredibile nell’incredibile da una parte politica che ha pubblicamente dichiarato la necessità dell’Abolizione delle Province.
Percepisco innanzitutto come un disprezzo verso le leggi ben fatte di questo paese e i cittadini seri, ulteriore conferma del progressivo degrado della politica, il voler modificare una legge (anzi RD) ben fatta come la 215/33 con un emendamento dell’ultima ora in una finanziaria, senza discussione, blindato dalla fiducia.
Ma ancor più grave è che l’attuazione della norma avrebbe effetti clamorosamente opposti agli scopi dichiarati, devastanti per la sicurezza e per le tasche dei vituperati cittadini:

  • è contro il principio di sussidiarietà nella sua sostanza; poiché trasferisce al pubblico quanto i privati hanno già dimostrato di poter fare bene; il degrado di alcuni Consorzi è direttamente proporzionale alla “quantità” di politica che vi è entrata; si trasformano in S.p.A. le aziende del Ciclo integrato dell’acqua e si portano a un Ente costoso e inutile i Consorzi di Bonifica, assurdo e incredibile!
  • è contro il principio che a parole, dei politici sostenitori, deve essere alla base del comportamento degli Amministratori: la responsabilità “pecuniaria” di chi decide; nell’Ente Consorzio di Bonifica, ove non si infilano i politici professionisti, la distanza tra chi decide di spendere e chi paga è minima; infatti se un membro di giunta vota il raddoppio del contributo di bonifica per la manutenzione di una qualsiasi opera SA per certo che l’anno successivo pagherà il doppio estraendo dal suo personale portafoglio; dovrebbe avvenire esattamente il contrario; eliminare gli Enti inutili territoriali come le Province e crearne di specifici in economia di scala per tipo di attività impostati come i Consorzi di Bonifica, senza organismi politici generici elettivi;
  • ammesso che in alcuni Consorzi di Bonifica ci sia una malattia e dove c’è è spesso perché la politica è riuscita a snaturarli (facendoli diventare ammortizzatori sociali e parcheggio di portaborse ed amici) la cura che è stata scelta è la iniezione letale; è come se uno che si è intossicato bevendo del metanolo venisse curato ordinandogli di bere altri due litri di metanolo; poveri noi, fortuna che questi politici non hanno fatto i medici!

I problemi dei Consorzi, ove ci sono, vanno curati specificamente, estromettendo la politica come intesa tradizionalmente e rafforzando i principi storici dei Consorzi; esattamente l’opposto.

L’Abolizione delle Province è sempre più necessaria ed urgente.

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Commenti dei lettori

Lorenzo, con la tua precisa analisi sul caso dei Consorzi di Bonifica risulta più che mai chiara la necessità di difendere e chiamare a soccorso delle scelte organizzative dell’amministrazione dello Stato il Principio di sussidiarietà ( http://it.wikipedia.org/wiki/Sussidiariet%C3%A0 ).
Da un lato è necessario rafforzare le strutture centrali preposte alla pianificazione ed al coordinamento strategico (Regioni), dall’altro è indispensabile, per il principio citato, ampliare i poteri dei Comuni, favorendone la fusione, affinchè a queste organizzazioni del territorio sia concessa una autonomia operativa più produttiva dell’attuale.
Strutture intermedie quali le Province non hanno più motivo di esistere.
E’ questo il progetto completo.
Gabriele

Sono d’accordo con te,per quanto riguarda le provincie, ma sul tema di abolire i Consorzi di Bonifica, passando le competenze alle provincie, per chi lo vuole, lo considero un atto di saggezza.
Succederà che dove c’è organizzazione e senso dello Stato la sceltà sarà determinata per un effettivo contenimento di costi ed eliminazione dei doppioni, per chi ha una concezione sono assistenziale prevedo alzate di scudi ad ogni proposta di razzonalizzazione.
Ciao

Commento al commento di anonimo 27 dicembre ore 8.17

Egregio Rinaldi,
innanzitutto La ringrazio vivamente di aver mandato il commento.
Richiamando il commento generale sulla proposta di trasferimento delle competenze dai Consorzi di Bonifica alle Province “Il mondo si sta Rovesciando” rilevo:

1) L’abolizione delle Province non è ovviamente compatibile con il trasferimento a queste di competenze di altri Enti; le due cose contemporaneamente sono impossibili!
2) Nel caso volesse intendere che vanno aboliti entrambi gli Enti è necessario un distinguo; i Consorzi “veri” intendendo quelli in cui l’eventuale cessazione anche breve dell’attività comporterebbe l’allagamento di ampi territori con il blocco non solo delle attività agricole ma anche industriali, commerciali e turistiche; non sono certo eliminabili ma eventualmente modificabili, ad es. mediante riorganizzazioni che amplifichino le economie di scala. La gestione dei Consorzi di Bonifica prevista ancora dal RD n° 215/33 è il massimo dell’applicazione del principio di sussidiarietà cui ci si riferisce oggi; con questo i privati fanno quanto possono fare in sostituzione dello Stato e pagano in diretta proporzione alle loro scelte. Gestione da estendere al resto, non certo da eliminare.
3) Toccare gli interessi consolidati è sempre un problema, qualcuno che si ribella si trova sempre. La politica serve proprio per fare scelte che abbiano interesse generale, escludendo del tutto quelle che danno benefici ad un limitato numero di singoli cittadini senza alcuna ricaduta positiva, anzi negativa, per la stragrande maggioranza. Perché ciò avvenga sono necessari onestà intellettuale, trasparenza e senso vero della cosa pubblica. Saluti. Lorenzo Furlan

Sono d’accordo non solo sull’abolizione delle Province, ma anche delle Comunità Montane, perché le loro scarse competenze potrebbero essere utilmente sfoltite e trasferite alle Regioni e ai Comuni.
Rimane il problema del personale, gran parte del quale è costituito da persone che hanno raggiunto il grado più elevato della progressione di carriera ed è poco abituata a lavorare, ma non la si può licenziare.
Quindi, l’abolizione delle Province e delle Comunità Montane permetterà di ridurre soltanto le spese politiche, che comunque non sono poche. Ma non credo che i partiti attuali saranno mai in grado di farlo, perché perderebbero tanti voti e sarebbero costretti a subire ricatti e forzature da quella schiera di politicanti di basso livello che aspirano ad occupare ovunque e comunque poltrone per interesse personale.

Le spese politiche (proliferazione dei centri di spesa, intrecci clientelari fino ai più bassi livelli, ecc.) non possono essere separate dalle spese “vive” (gestione enti, personale, ecc.).
L’abolizione delle Province e delle Comunità Montane deve passare per il ricollocamento (forzato) del personale in esubero, ed eventualmente incentivi all’uscita. Sei un dipendente della Provincia e la Provincia viene abolita? Ti offriamo un posto in Regione/Comune ecc.? Non accetti? Benissimo, quella è la porta.
Stiamo affrontando l’argomento Province anche nel nostro blog: visitatelo.

L’intento di promuovere un contenimento dei costi della politica è lodevole naturalmente e, per questo, condivisibile. Il successo di ogni riforma, però, passa attraverso la previa predisposizione di quanto è necessario per condurla a buon fine e questo in Italia è successo di rado, cosicchè iniziative meritorie o non hanno apportato i benefici auspicati o, addirittura, hanno creato altri problemi a cui si è cercato di porre rimedio con soluzioni estemporanee e di corto respiro (vedasi quanto è accaduto con la riforma “all’americana” del codice di procedura penale).
Vengo subito al dunque dopo questa lunga premessa. Le Province esercitano funzioni che in alcuni casi non sarà possibile eliminare. Si porrà il problema di farle esercitare a qualche altro ente. Escluso che sia lo Stato e tenendo conto che le Regioni devono limitarsi a svolgere un ruolo circoscritto il più possibile alla pianificazione, alla programmazione e al controllo, pena la crezione di una sorta di “centralismo” regionale, non restano che i Comuni. La maggior parte di essi, però, com’è noto, ha dimensioni ridotte, meno di 5.000 abitanti (c.d Comuni polvere). E’difficile pensare che con le risorse che hanno a disposizione possano svolgere efficacemente questi nuovi compiti. L’unica possibilità che intravvedo è di avviare un processo sistematico di aggregazione di questi piccoli enti, non promuovendo, ma realizzando fusioni o unioni di Comuni. Intendo dire con ciò che lo Stato e le Regioni devo avere un ruolo molto marcato in questo processo, assumendo l’iniziativa e, se necessario, “imponendo” l’aggregazione. Se aspettiamo che siano i Comuni ad avviarlo e a definirlo spontaneamente arriveremo alle calende greche!! Mi rendo conto che la legislazione vigente non attribuisce un ruolo incisivo allo Stato e alle Regioni: questo implica la necessità di modificarla contestualmente alla decostituzionalizzazione delle Province. Mi rendo conto, inoltre, che è una soluzione “autoritativa” e poco “partecipata”, ma non vedo alternative: se lasciassimo il timone in mano alle classi dirigenti locali faremmo ben poca strada. Vanno studiate forme di coinvolgimento e incentivazione, questo è chiaro, ma alla fine qualcuno dovrà assumersi la responsabilità di tagliare corto, anche a costo di scontentare qualcuno. Tra l’altro il processo di aggregazione innescherebbe esso stesso un’ulteriore riduzione dei costi della politica e della burocrazia.
Queste misure vanno studiate e approvate un secondo prima che le Province cessino di esistere, altrimenti ci ritoveremmo con un vuoto in cui nessuno saprebbe chi fa che cosa. Se bisogna cambiare abitazione è necessario che la nuova sia pronta, in caso contrario si rischia di dormire sotto i ponti.
Ovviamente chi ha predisposto la proposta è ben consapevole delle implicazioni che la sua realizzazione comporta: non sono così presuntuoso da pensare di averle scoperte io!! Volevo solo mettere giù alcune riflessioni che ho fatto di recente.
Chiedo scusa se sono stato prolisso. la prossima volta cercherò di “stringere”.
Ciao a tutti.
Stefano

Carissimo Stefano,
moltissime grazie per il commento che ritengo condivisibile.
Proprio per tenere conto di tali problematiche l’articolo 2 della proposta di legge prevede “entro due anni dalla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale, la legge regola il passaggio delle funzioni delle Province alle Regioni o ai Comuni, nonché quello del personale dipendente delle Province medesime ai suddetti enti”. La “decostituzionalizzazione” di per sé automaticamente non cambia nulla. Crea le condizioni perché con leggi e decreti specifici vi sia l’effettiva abolizione e il trasferimento di competenze eliminando gli organismi politici.. L’impegno concreto successivo dovrà garantire un corretto passaggio di tutte le funzioni senza interruzioni dei Servizi. Riforme che contestualmente garantiscano l’aggregazione dei piccoli comuni in tempi certi sono ovviamente necessarie. Sarà cura degli esperti del comitato predisporre proposte concrete e tempestive per ciascuna fase. Grazie ancora e saluti. Lorenzo Furlan