A l c u n e c u r i o s i t à .
La provincia di Roma è, la più popolosa d’Italia con 4.194.068 abitanti; la provincia autonoma di Bolzano – Alto Adige (tedesco Autonome Provinz Bozen – Südtirol – Provinzia Autonoma de Balsan/Bulsan – Südtirol, ladino), ha 507.657 abitanti, con 7.399,97 km², è la provincia più estesa d’Italia; la provincia – regione, Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (Vallée d’Aoste in francese, Vâl d’Aoûta in patois valdostano, Ougschtaland in lingua walser) è la regione più piccola d’Italia con 3.263 km² di superficie ed anche quella meno popolata con 127.836 abitanti; la provincia di Cosenza con un territorio di 6.650 km2, è la più estesa provincia calabrese, la quinta provincia in Italia per estensione, con 734.411 abitanti (155 comuni), è inoltre la provincia della Calabria più popolosa, con una densità abitativa di110,44 abitanti per km2; la provincia dell’Ogliastra conta 23 comuni, 58.389 abitanti (il 3,6% della popolazione sarda) e si estende per 1.854 km² (il 7,7% del territorio sardo) è la provincia meno popolata d’Italia; la provincia di Trieste è la meno estesa delle province italiane 212 km², è la provincia italiana che ha meno comuni (6), ma è la quarta per densità abitativa (abitanti 236.650).
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Le province italiane ( attualmente 110 ) possiamo raggrupparle in o t t o spazi:
01) meno di 300.000 abitanti ( trentotto ) 3 8
02) tra 300.000 e 500.000 abitanti ( trentacinque) 3 5
03) tra 500.000 e 700.000 abitanti ( quattordici ) 1 4
04) tra 700.000 e 1.000.000 abitanti ( tredici ) 1 3
05) oltre 1.000.000 abitanti ( sei ) 0 6
06) oltre 2.000.000 abitanti ( una ) 0 1
07) oltre 3.000.000 abitanti ( due ) 0 2
08) oltre 4.000.000 abitanti ( una ) 0 1
Si inizierà il ragionamento dalle trentotto province con meno di trecentomila abitanti, con la convinzione che in ultima analisi quanto vale per queste può valere, per lo meno in molti ambiti, anche per gli altri sette gruppi.
L’Articolo 114 (e seguenti) della Costituzione italiana regola l’esistenza delle realtà-comunità territoriali, comuni province, regioni e città metropolitane;
altre norme riguardano l’Unione dei Comuni che qui faranno da premessa implicta ed esplicita, ed anche, tra l’altro, la L. 8 giugno 1990, n. 142 e s. m. ed i.,
il D. Lsl. 18 agosto 2000, n. 267.
Nella Repubblica Italiana attualmente ci sono circa 8.100 comuni; cento comuni hanno una popolazione inferiore a 150 persone;
senza continuare nell’elenco è facile immaginare che numerose centinaia di comuni siano in condizioni simili.
È stato fatto riferimento ai comuni perchè è agevole pensare all’utilizzo tra l’altro delle e c o n o m i e d i s c a l a.
Ci sono dei servizi pubblici, civici che è più che bene siano in mano pubblica cioè delle moltitudini dei cittadini:
l’anagrafe civica;
le scuole pubbliche, dagli asili nido agli altri livelli d’istruzione (gestione-manutenzione-custodia);
i trasporti connessi alle scuole dalle primarie fino alla scuola media superiore ed oltre;
gli acquedotti;
i servizi civici primari ( … delle sepolture e delle cremazioni … )
i trasporti pubblici comunali-intercomunali;
le reti informatiche civiche comunali-intercomunali;
le fonti energetiche comunali, intercomunali;
boschi, giardini, oasi, parchi e riserve, comunali, intercomunali (per esempio la potatura degli alberi sulle strade e non solo e il “compostostaggio” relativo);
biblioteche;
trattamento rifiuti, raccolta-gestione differenziata dei materiali per riutilizzare, riciclare, riusare;
vigilanza locale u n i f i c a t a.
A l t r o p u ò a g g i u n g e r s i o eventualmente togliere.
Eliminando t u t t i gli enti territoriali tra comuni e provincia, (consorzi, comunità montane eccetera che comunque non sono elettivi) l’Unione-Rete/fusione/accorpamento dei Comuni-Provincia d i p a r t i m e n t a l i z z a n d o s i, renderebbe possibile che il Presidente della provincia risulti, alla fine dopo un percorso, Sindaco/Presidente e la relativa amministrazione, anche in Rete, coordina i comuni che nel tempo diventano municipi-zone; questo significherebbe che diminuirebbero, diciamo così, di molto le giustificazioni per fare gli “appalti”: dalla manutenzione delle strade a tutto il resto, perchè a partire dalle e c o n o m i e d i s c a l a diventa ancor più ragionevole la gestione diretta pubblica dei servizi di b a s e cioè i b e n i c o m u n i; un comune com meno di 500 abitanti può gestirsi un acquedotto o la raccolta differenziata o la potatutra degli alberi ? Puo gestire direttamente un forno crematorio ? Può gestire un servizio di scuola bus per la scuola primaria ?
L’intento di molti è quello di depredare quanto più è possibile dal pubblico socializzando le perdite e privatizzando i profitti.
Centodieci province sono troppe secondo alcuni, m a 8 . 1 0 0 c o m u n i ? ? ? ?
Unendo le forze Comuni-Unione dei Comuni – Provincia (Rete-Dipartimenti-Unione dei Comuni) solo gli stupidi, i volponi, i lestofanti possono far male. È certo che tutto questo in alcun modo sarebbe-dovrebbe essere un “aumento” della spesa pubblica, sarebbe-può essere a costo zero, anzi non solo migliorerebbero le condizioni di vita generali degli abitanti a cominciare dal livello di democrazia, ma sarebbe un guadagno anche in termini di aumentando-miglioramento-razionalizzazione dei costi dei servizi. Si determinerebbe infine una penisola italiana dove 110 enti sarebbero la base dello spazio re-pubblicano “pubblico”.
Come se alla fine ci fossero 110 sindaci/presidenti d’amministrazioni di un’entità che somma in se comuni-unione dei comuni/fusione dei comuni e provincia.
Questa liaison comuni e/o unione dei comuni e provincia presuppone certamente una discreta dose di orizzonti che non possono avere i propri limiti al campanile-torre-palazzo del più prossimo orizzonte visibile con gli occhi, ma la sistemazione definitiva nel retrobottega della storia delle meschine contrapposizioni tra paesi e città dove di solito appartenenti all’Humanità di genere maschile in specie nelle partite di calcio, mostrano il meglio del peggio dello squallore e della stupidità umana. Senza voler “offendedere la sensibilità” della maggioranza degli abitanti dei due “Territori”, si deve stare anni luce da quanto sta succedendo nella neonata provincia di Barletta-Andria-Trani dove stuccevoli discussioni si svolgono su chi debba avere la questura, la prefettura, il provveditorato agli studi eccetera eccetera, mentre la provincia di Forlì oggi è Forlì-Cesena senza che questo abbia prodotto alcunché di terribile.
Sarebbe utopistico intanto proporre, per esempio, non necessariamente a “questi” livelli soltanto (cioè degli enti locali – comunità territoriali), il tetto ( M A S S I M O ) di € 10.000 mensili per qualsiasi incarico pubblico ?
È possibile immaginare 110 comunità territoriali ( un’unica realtà unitaria tra le province ed i rispettivi comuni) che si “autorganizzano” l’esistenza come se fossero una tavola rotonda????
Potrebbero esserci delle inesattezze nei dati, tuttavia il discorso in generale non muta.
Naturalmente basta province. Abbiamo redatto un tracciato sintetico, ma i pù possono agevolmente capire.
Nicoletta Damiani Milano
Ernesto Sattaneo Milano
Province c e n t o d i e c i ( 1 + 2 + 1 + 6 + 13 + 14 + 35 +38 )
a b i t a n t i
A 01 u n a oltre 4.000.000 Roma
B 02 d u e oltre 3.000.000 Milano, Napoli
C 01 u n a oltre 2.000.000 Torino
D 06 s e i oltre 1.000.000 Bari, Bergamo, Brescia, Catania, Palermo, Salerno
E 13 t r e d i c i tra 700.000 e 1.000.000 Bologna, Caserta, Cosenza, Firenze, Genova, Lecce, Monza e Brianza, Padova, Treviso, Varese, Venezia, Verona, Vicenza
F 14 q u a t t o r d i c i tra 700.000 e 500.000 Cagliari, Como, Cuneo, Foggia, Latina, Messina, Modena, Pavia, Perugia, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Taranto, Trento, Udine
G 35 t r e n t a c i n q u e tra 300.000 e 500.000 Agrigento, Alessandria, Ancona, Arezzo, Avellino, Barletta-Andria-Trani, Bolzano, Brindisi, Catanzaro, Chieti, Cremona, Ferrara, Forlì-Cesena, Frosinone, L’Aquila, Lecco, Livorno, Lucca, Macerata, Mantova, Novara, Parma, Pesaro e Urbino, Pescara, Pisa, Pordenone, Potenza, Ragusa, Ravenna, Rimini, Sassari, Siracusa, Teramo, Trapani, Viterbo
H 38 t r e n t o t t o meno di 300.000 Aosta, Ascoli Piceno, Asti, Belluno, Benevento, Biella, Caltanissetta, Campobasso, Carbonia-Iglesias, Crotone, Enna, Fermo, Gorizia, Grosseto, Imperia, Isernia, La Spezia, Lodi, Massa-Carrara, Matera, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra, Olbia-Tempio, Oristano, Piacenza, Pistoia, Prato, Rieti, Rovigo, Savona, Siena, Sondrio, Terni, Trieste, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli,Vibo Valentia
Totale 110
]]>Legga bene la proposta di legge
Saluti
Lorenzo Furlan
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